dialoghi senza confini

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    pronounced ma-scì-ne!

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    Marinai
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    thread dedicato al dialogo libero, ai flussi di coscienza, al pensiero dell'ultimo momento.

    unico consiglio legato ad una questione pratica: se più conversazioni parallele dovessero sovrapporsi mettete in quote il post a cui vi riferite per facilitare la lettura.


    se per iniziare desiderate che sposti qui qualche vostro post da altri thread fatemi sapere via mp.
     
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    Marinai
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    svegliato presto percchè devo andarmene in campagna.
    e subito ho pensato che nel senza confini qualcosa avrei dovuto lasciare.
    chissà se self è sveglio o un sogno lo porta verso il primo monastero
    spinto da ansie nascoste di luce.
    il sonno ci protegge dal mondo
    ma il mondo è forse qualcosa di veramente diverso dal sogno?
    tutte le azioni sparse nel mondo
    non sono forse le serve di un cielo stellato?
    poichè il sole splende a mezzanotte
    la verità è cullata da tenebre assolate.

    Grazie Maschine
    vegliare sulla morte dei confini
    è un altro dei mille sogni che ci affida la sorte.
     
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  3. selfhatred
     
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    Ebbene, Red, ho goduto del sollievo del sonno per un paio d'ore, addormentandomi proprio poco dopo che tu fossi uscito diretto alla campagna.
    Tuttavia non ho sognato richiami di luce, né sentieri verdi e assolati dove passeggiare chiacchierando quietamente con un giovane seminarista, e neppure i maestosi paesaggi di silenzio che circondano un monastero tibetano.
    A dire il vero non ricordo cosa ho sognato, ma al risveglio era come se fossi morto e avessi riaperto gli occhi vedendo le fiamme dell'inferno. Svegliarsi è sempre atroce, è proprio come nascere, non ricordo cosa ho provato quando sono nato ma deve essere stata una sensazione simile a questa, e la cosa peggiore di queste giornate segnate dalla scarsezza del riposo è che sollecitano la mia filosofia, già di per sè scadente, a farsi ancora più patetica e inetta.
     
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    self parla con le persone che ti stanno accanto
    e vedrai che non c'è lotta tra la tua profondità e quella degli ostrogoti.
    se frequentassi di più gli esseri umani aumenterebbe la stima di te stesso.

    oggi sono in vena di saggezza ebraica.
    un detto ebraico. che ricordo nella sostanza ma non nella forma.

    ogni uomo ha due tasche.
    quando tutto va bene e gli eventi sembrano partorire all'interno orgoglio e superbia senza misura
    fruga nella prima tasca . ricorderai che sei un puro nulla che attende solo di avere per madre la polvere.
    quando invece pensi di essere l'ultimo essere di questo mondo, quando tutto sembra dirti che non vali nulla
    fruga nella seconda tasca e saprai che Dio ha creato il mondo per te.

    mi sembra che in questo forum tutti abbiamo bisogno di frugare nella seconda tasca.
     
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  5. Shakta
     
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    CITAZIONE
    mi sembra che in questo forum tutti abbiamo bisogno di frugare nella seconda tasca.

    Il problema è che se non sai nemmeno che esiste una seconda tasca non ci andrai mai a frugare.

    Mi chiedo come siamo arrivati a questo punto.

    Edited by Shakta - 30/10/2017, 17:42
     
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  6. selfhatred
     
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    Mi permetto di osservare che il mistero della fede, nel Cristianesimo come in tutte le altre religioni e ideologie ontologiche, è una verità rivelata, calata dall'alto e accettata come tale, non il risultato di una ricerca o di un ragionamento.
    Quindi se si è credenti in un piano trascendente, in base a cosa stupirsi di chi non lo è? Riterrei più lecito il contrario, o al limite nessuno dei due.
     
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    self io ho una interpretazione larga della parola Dio.
    Scoto Eriugena chiamava Dio il Nulla, ma non il nulla dei nichilisti.
    esiste tutta una tradizone apofatica che afferma come sia impossibile imporre alcun nome o attributo a Dio.
    Eraclito diceva che Zeus ama e non ama essere chiamato Zeus.
    nel buddhismo esiste Sunyata , il Vuoto come matrice di tutto ciò che esiste.
    da qui le stupide accuse che l'Occidente gli ha rivolto di essere nichilista.

    nell'induismo si parla di saguna Brahman, il brahman con qualità e nirguna Brahman il brahman senza qualità.
    nel libro tibetano dei morti poi gli dei pacifici e infuriati che appaiono al morente sono solo delle proiezioni, ma non nel modo inteso dagli illuministi.

    le cose dunque sono un pò complilcate e bisogna intendere con la parola Dio uno stratificarsi di significati che convivono senza cadere in contraddizione. bisognerebbe utilizzare il modo col quale Simone Weil parla di verità.
    non si tratta di giudicare una affermazione vera o falsa ma di collocarla nella giusta posizione di un Vero che è stratifcato
     
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  8. Shakta
     
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    Self, il problema è stato proprio quello di degradare la spiritualità a questione di fede, non di esperienza.
    Quindi dogmi e superstizioni quanti se ne volevano, ma l'essenza era perduta.
    Ovvio quindi per una persona "razionale" fare di tutt'erba un fascio, equiparare quella dimensione della propria interiorità a "pensiero magico e irrazionale" (senza distinguere tra pre e trans-razionale) e perdere la parte migliore di sé.

    Sempre che qualcosa non "squarci il velo" e mostri un barlume di ciò che si è perduto...
     
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  9. selfhatred
     
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    Anche io ho una interpretazione larga del nome Dio, perché potrebbe essere qualunque cosa.
    È interessante come questa dimensione spirituale sia una matrice che ci avvolge, nelle parole di Red, e qualcosa di cui siamo matrice, nelle parole di Shakta; ma è chiaro che sarebbe entrambe le cose.
    Quel che da parte mia ritengo unica cosa certa è che l'uomo percepisce l'infinito e ne soffre a causa della sua finitezza, ma possiamo per questo essere certi anche solo dell'esistenza dell'infinito?
    L'uomo poiché ha la consapevolezza dell'esistenza può immaginare concetti inesistenti, come un cerchio perfetto, e inseguirli vanamente.
     
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  10. Shakta
     
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    CITAZIONE
    L'uomo poiché ha la consapevolezza dell'esistenza può immaginare concetti inesistenti, come un cerchio perfetto, e inseguirli vanamente.

    Qualcuno pare li raggiunga; ad altri tocca aspettare, uno "squarcio" o la morte.
     
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    self cito Shakta:
    Sempre che qualcosa non "squarci il velo" e mostri un barlume di ciò che si è perduto...

    qualche cosa dall'altra parte ho visto. ma qui ritorna il discorso della Weil.
    quello che ho visto in che strato del vero si colloca?

    non tutto il trascendente rappresenta l'ultima parola del reale. ma esiste un'ultima parola del reale?
    La Weil dice che l'anima della bellezza è la distanza. e la distanza attira in un eterno che non ha fine.
    è quello che afferma anche Simeone il nuovo teologo: un viaggio infinito nella testa di Dio.

    si pone poi un altro problema: è un bene che qualccosa squarci la rete del reale?
    non accade che l'esistenza venga sospesa tra due mondi: da una parte un cielo apparentemete inarrivabile e dall'altra un reale troppo periferico?
    ti trovi in una assenza di patria che può ucciderti o donarti distacco.

    certo qualcuno può parlare di illusioni ma la potenza che si dispiega quando si squarcia il reale non è qualcosa che l'io può concepire.
     
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  12. Shakta
     
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    CITAZIONE
    si pone poi un altro problema: è un bene che qualccosa squarci la rete del reale?
    non accade che l'esistenza venga sospesa tra due mondi: da una parte un cielo apparentemete inarrivabile e dall'altra un reale troppo periferico?

    Non so se sia un bene o un male, a un certo punto accade e basta.
    La sfida è probabilmente scoprirsi punto di congiunzione tra le due polarità, che sono due facce della stessa medaglia.
     
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  13. selfhatred
     
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    Non abbiamo ancora capito nulla della materia, figuriamoci dello spirito. Forse Dio è una costante cosmologica e la fisica quantistica diventerà la nuova religione.

    Ma, dunque, voi cosa avete visto? Supponiamo che aveste visto questo infinito e che per voi la sua esistenza sia una certezza quanto il fatto di farne parte, che risposte concrete contiene questa percezione? Come si pone rispetto a questo gioco tra materia e spirito la coscienza?
     
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    ti do una risposta breve in attesa di una più articolata.

    cambia il rapporto con la morte e muta la gerarchia delle importanze.
    potrei dare una definizione anomala di Dio
    Dio è l'inverno delle importanze.

    tutti lottano per un puro nulla.
    il racconto dell'uomo col pugno chiuso.
    satana scese nel mondo e camminava col pugno chiuso.
    incuriosita la gente lo seguiva per vedere che cosa avesse nella mano serrata.
    Satana avanzava e la gente dietro di lui diventava sempre più numerosa.
    alla fine giunge in un deserto e apre la mano: non c'era nulla.
    in quel nulla ci sono le importanze che l'uomo ha rincorso nei giorni della sua esistenza.
    ogni morente sarà un ostaggio di quella mano vuota.
     
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  15. selfhatred
     
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    È un racconto molto suggestivo.
    Rinunciare al tangibile in favore di ciò che non ha forma richiede una determinazione che può derivare solo da una certezza matematica di esserne ripagati.
    Mi domando, però, se da questa interpretazione delle cose non si rischi una religiosa e inutile demonizzazione di tutto ciò che è materiale. Dipende da cosa rappresenta il pugno di Satana. Dipende da che influenza ciò ha su di noi.
    Mi domando, poi, quale sia il ruolo dell'immanente in un eventuale disegno di questo tipo. Perché architettare un simile inganno o, nella meno maliziosa delle ipotesi, una simile tappa forzata di illusione e sofferenza? Quale sarebbe la ragione di questa doppiezza?

    Edited by selfhatred - 30/10/2017, 21:18
     
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