Gone Home

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  1. Sabian Blake
     
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    Trailer


    Recentemente mi è capitato di giocare a questo videogioco che mi ha letteralmente rapito e davvero appassionato. Gone Home è un videogioco basato completamente sull'esplorazione e la narrazione; non ci sono enigmi da risolvere, né battaglie contro zombi o draghi, niente di tutto ciò. Tutto si basa sulla trama (e sulle sotto trame, talmente sorprendenti da mettere in secondo piano quella principale). Di seguito, uno stralcio di recensione preso da questo sito.


    Immaginate di essere una ragazza americana di circa vent’anni che torna a casa dopo il più classico dei Grand Tour nel Vecchio Continente. Amsterdam, Londra, Parigi, Roma, la Spagna, insomma il solito giro delle capitali europee. Durante il vostro viaggio, durato più o meno un anno, i vostri genitori si sono trasferiti in una casa nuova, enorme, di cui non sappiamo nulla e davanti alla quale ci ritroviamo all’inizio del gioco. Tutto quello che troviamo appeso alla porta è un messaggio della nostra sorella più piccola che ci informa di non cercarla, mentre in sottofondo una tempesta infuria. Da qui l’intera esperienza di gioco si dipana nel tentativo di rispondere ad alcune domande: dov’è andata nostra sorella? E i nostri genitori che fine hanno fatto, perchè non sono qui ad accoglierci? E la tempesta sarà solo un grosso temporale o il fatto che tutte le televisioni di casa siano saltate vuole significare che un uragano sta per colpire? L’unico modo per risponderci è quello di esplorare l’intera casa nel tentativo di ricostruire le vite dei membri della nostra famiglia durante il nostro anno sabbatico in Europa.

    L’esplorazione avviene in modo molto semplice: tramite il mouse ci troveremo a raccogliere oggetti, girarli, osservarli, un po’ come avveniva nel discutibile L.A. Noire; note, lettere, oggetti della semplice quotidianeità, tutto può darci qualche indizio e tutto concorre non solo a formare quell’atmosfera magnifica di cui parlavamo all’inizio della recensione ma anche a fornirci elementi per interpretare e capire le varie trame che compongono Gone Home. Nella nostra esplorazione siamo aiutati da una resa grafica davvero notevole e un attenzione al dettaglio nelle texture decisamente di alto livello, penso di non aver mai visto nessun gioco portare sullo schermo in modo così preciso una scatola di cereali o una cartuccia del Super Nintendo; ma non è certamente il lato tecnico il punto focale di un gioco narrativo-esplorativo che vuole farci venire il più classico dei nodi alla gola tramite l’evocazione di stati d’animo e un’immedesimazione che, per l’umile parere del sottoscritto, ha davvero pochi eguali nel mondo videoludico. L’etichetta di gioco d’esplorazione non deve comunque ingannarci, qua non ci troviamo di fronte nè ad un Myst nè ad un esplorativo survival-horror stile Amnesia, quello che i ragazzi di The Fullbright Company hanno sviluppato è qualcosa di diverso: si inserisce perfettamente nei binari videoludici standard, come ad esempio la visuale in prima persona e la scelta investigativa in stile avventure grafiche, per poi scardinarli con una totale assenza di competitività e con una parte ludica ridotta all’osso ma capace di incastrarsi perfettamente con il lato prettamente narrativo.



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0 replies since 3/4/2014, 13:19   83 views
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